Tra i sindacati della RAI c’è chi gioca con i timori dei lavoratori e il futuro dell’azienda

In una situazione così drammatica come quella che il Paese e l’azienda stanno attraversando bisogna essere davvero incoscienti nel muoversi con la disinvoltura con la quale lo fa lo SNATER del Lazio, per la seconda volta in pochi giorni.

Come sa chi legge, con la dovuta attenzione i comunicati delle segreterie nazionali, tutte e sei le OO.SS. operanti in RAI si erano date reciproco impegno ad evitare fughe in avanti da parte di singole organizzazioni.

Detto fatto: ecco che oggi, a fronte di una notizia grave come quella di un caso di contagio in una redazione del TG3, lo SNATER del Lazio produce in solitaria un comunicato che partendo dall’accaduto si spinge ad affermare che”…Reti e Testate DEVONO ridurre il più possibile la loro programmazione…”e ancora che bisogna “…impegnare il personale tutto per il tempo necessario a garantire SOLO il servizio pubblico..”

Ci chiediamo quale sia la linea dello Snater, quella nazionale che responsabilmente sottoscrive i comunicati unitari chiedendo rispetto e tutela per la sicurezza dei lavoratori, mantenendo i livelli produttivi, o, quella locale che butta benzina sul fuoco del populismo mettendo in discussione ruolo e futuro del servizio pubblico della RAI chiedendo di chiudere tutto?

Aggiungiamo che peraltro lo SNATER regionale manifesta una assai discutibile idea di ciò che oggi significa essere servizio pubblico, quasi come se l’esercizio di questa funzione si esaurisse nel fornire al pubblico poco più che la dovuta informazione.

Molti osservatori concordano nel dire che per trovare nella storia del Paese una fase altrettanto drammatica quanto quella odierna bisogna risalire all’immediato dopoguerra, quando proprio la RAI svolse un inestimabile compito di alfabetizzazione e riunificazione del Paese. Oggi la RAI ha, dal nostro punto di vista, di fronte a sé un compito altrettanto grande: dare oltre che la dovuta informazione, sostegno e conforto alla solitudine, alla separazione, al confinamento dentro le mura di casa di ciascuno di noi, nella consapevolezza che questa stessa condizione non è vissuta da tutti allo stesso modo.

La RAI attraversa un momento assai delicato, come ogni impresa in questa fase di crisi vede e vedrà ridursi gli ordini (pubblicità) e non conta certo di grande considerazione da parte del suo principale azionista se è vero come è vero che mentre nelle bozze del Decreto Legge appena emanato dal Governo era previsto un finanziamento in extra-gettito pari a 40 Mln di Euro, nella versione definitiva è scomparso perché il ministro competente Patuanelli secondo quanto riportato dalla stampa ha affermato: “non è una priorità”.

Davvero abbiamo bisogno di offrire il fianco a chi, sia nella politica, sia nella concorrenza vuole sfruttare cinicamente l’occasione per sferrare alla RAI un colpo definitivo?

La salute dei lavoratori è al primo posto, ma guai al sindacato che crea una contraddizione tra questo insopprimibile diritto e il funzionamento dell’azienda.

E’ responsabilità della RAI garantire i protocolli concordati tra le parti sociali e il Governo a tutela della salute attraverso ambienti adeguati , giusto distanziamento e dispositivi di protezione individuale.

Lo pretendiamo in base agli accordi in ogni unità produttiva. Non consentiremo che si giochi sulla salute dei lavoratori e nemmeno assisteremo impassibili a giochi sul presente e sul futuro dei nostri posti di lavoro.

SEGRETERIE REGIONALI

SLC CGIL FISTEL CISL UILCOM UIL