LA TUTELA DELLA SALUTE DEI LAVORATORI DELLA RAI PER GARANTIRE IL SERVIZIO PUBBLICO

In questi giorni di grande emergenza, ed in condizioni di estrema difficoltà, i Lavoratori della Rai stanno dando il massimo nonostante il fatto che ancora, in alcuni ambienti di lavoro, le misure di sicurezza previste dai ripetuti DPCM risultino del tutto insufficienti, tanto per carenza dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) quanto per la mancanza di disposizioni efficaci e valide.

Il sindacato in ogni incontro, sia con la Task Force che con le Relazioni industriali, ha evidenziato la necessità di salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori e messo in guardia dall’esporre gli stessi ad un ingiustificato rischio contagio per la realizzazione servizi e programmi. La situazione della sede di Bari ne è la riprova, con un giornalista risultato positivo e la conseguente necessaria sanificazione dell’intero plesso con relativa quarantena per i lavoratori.

Misure di prevenzione dovevano e potevano essere prese in anticipo.

I Lavoratori della Rai - tra mille difficoltà - hanno garantito la “messa in onda” del palinsesto, assicurando informazione, cultura ed intrattenimento. In questo contesto emergenziale, però, la salute insieme alla sicurezza rimangono la prima tutela sindacale da garantire. Il diritto all'informazione dei cittadini, il Servizio Pubblico, deve essere inscindibilmente legato al diritto alla salute e alla sicurezza dei Lavoratori, in qualsiasi situazione. La Rai deve garantire il massimo dei programmi realizzabili, ma mettendo tutti i lavoratori in sicurezza e distribuendo la corretta dotazione di DPI.

Il Sindacato, anche in questa fase di grande emergenza, è pronto a supportare i lavoratori della Rai che con spirito di abnegazione stanno garantendo il maggior numero di programmi possibili, purché questo non significhi farlo a tutti i costi ovvero senza per questo derogare sulla sicurezza e l’incolumità del personale. In tutti i contesti produttivi devono necessariamente essere rispettate le normative vigenti di sicurezza e le previsioni del DPCM 09/03/20 in materia di tutela della salute. Laddove queste indicazioni non fossero seguite in maniera puntuale, le OO.SS. trarranno le dovute conclusioni.

Roma, 12 marzo 2020

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