NO AI TAGLI LINEARI DELLA DIRIGENZA RAI

La decisione di chiudere RAISPORT e di accorpare RAI5 e RAISTORIA, ipotesi comunicata dall’Amministratore Delegato al CDA nell’ultima Assemblea, rappresenta l’ennesima battuta a vuoto dell’attuale dirigenza RAI. Con questa decisione, infatti, non solo non si capisce quale sia l’obiettivo del Management, ma si mette addirittura a rischio quel percorso che la RAI aveva intrapreso come Servizio pubblico per la valorizzazione di programmi culturali e sportivi (anche minori).

In questa decisione dell’Amministratore Delegato, a nostro avviso emerge soltanto la tentazione di cedere ai tagli lineari, senza nessuna idea di come superare il momento difficile che la RAI attraversa.

Una scelta approssimativa che oltretutto non aiuta la grande crisi del settore dei Teatri, della Lirica, e dello Sport, alle prese con gli effetti della pandemia. RAI 5 e RAISPORT sono nati per trasmettere programmi culturali e sportivi, e nella loro mission ci dovrebbe anche essere il dovere di trasmettere tutti quei programmi che non potranno essere realizzati nei vari teatri di prosa, lirici e sui diversi campi sportivi per l’assenza di pubblico e per le restrinzioni previste anche nell'ultimo DPCM.

In questo modo non solo si aiuterebbe l’intero Settore culturale dello spettacolo e dello Sport, in profonda crisi a causa della crisi pandemica, ma si darebbe un segnale forte di cosa significhi fare Servizio Pubblico nel nostro paese. Chiudere RAISPORT e accorpare RAISTORIA e RAI5 inoltre, farebbe inoltre perdere know out professionale ai Lavoratori della RAI, gli stessi che hanno permesso a questi canali di ottenere buoni risultati di critica e di pubblico.

Proprio nel momento in cui ci sarebbe bisogno di progettualità e di coraggio, in cui non solo si dovrebbe ripensare il Servizio Pubblico ma lo stesso futuro della Televisione generalista, assistiamo a scelte poco comprensibili di questo CDA.

Senza un piano industriale ed editoriale in grado di traghettare la RAI verso il futuro rappresentato dalla fibra e dallo streaming, temiamo infatti che ogni richiesta di ulteriori risorse rimarrebbe inevasa, dando così un colpo ferale alla stessa sopravvivenza del Servizio Pubblico. Una deriva che non meritano né le lavoratrici e i lavoratori della RAI – che aspettano anche il rinnovo del Contratto di lavoro- né i cittadini che pagano il canone, ai quali interessano programmi di qualità in linea con la migliore tradizione del Servizio pubblico radiotelevisivo.

Per queste ragioni, chiediamo alla Dirigenza Rai di bloccare la chiusura di RAISPORT e l’accorpamento di RAI STORIA E RAI5, e di aprire un confronto con le OO.SS., pronte a discutere un piano industriale che possa trasformare la crisi in una opportunità per tutti, e in grado di accompagnare la progettualità dell’Azienda da qui ai prossimi anni.

Le OO.SS Confederali, in raccordo con le altre sigle sindacali, e con gli altri comparti contrattuali, in caso di un “non ripensamento” da parte del management RAI, si riservano comunque tutte le azioni possibili, ivi compreso il coinvolgimento delle Istituzioni e di tutte le strutture dei vari Settori di riferimento. In questa fase storica così delicata, RAI non deve cedere alla tentazione dei tagli lineari, magari cancellando i canali e i prodotti migliori, ma deve accettare la sfida del cambiamento migliorando la qualità della propria programmazione.

Lo deve ai cittadini che pagano il Canone e alle sue lavoratrici e ai suoi lavoratori che permettono al Servizio Pubblico di andare in onda ogni giorno.

Roma 26 Ottobre 2020

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