Lettera aperta - ultimo atto

Leggere le dichiarazioni di alcuni politici riguardanti il futuro della Rai e in particolare di alcune società del Gruppo (Rai Way, Rai Net e Rai Word) impone alle OO.SS alcune riflessioni anche in relazione al sostanziale stallo nelle trattative che vedono impegnate da mesi le parti senza risultati concreti .

Giova ricordare che è ormai imminente l’entrata in vigore del nuovo Contratto di Servizio valido per il prossimo biennio che si può senza dubbio definire il primo atto verso il rinnovo della concessione relativa al servizio pubblico radiotelevisivo.
In questa ottica gli importanti accordi sottoscritti nell’anno in corso e la presentazione del Piano Industriale avevano posto le basi per affrontare in modo concreto le problematiche economiche della concessionaria RAI e recuperare credibilità e certezze per il futuro partendo dal recupero economico che gestioni precedenti avevano fortemente compromesso.
In questo quadro si inserisce un ulteriore elemento di criticità legato alla crisi del mercato pubblicitario che vede pesantemente coinvolta la società RAI Pubblicità e i conseguenti accordi per l’attuazione di importanti sinergie di gruppo registrano, purtroppo, un preoccupante stallo.

Il condizionale sulla attuazione del piano industriale è d’obbligo in quanto, allo stato attuale, si deve prendere atto che il meccanismo per procedere alla applicazione degli accordi si è inceppato nel momento più delicato quando il punto di non ritorno è stato superato.

Il rinnovo del contratto sottoscritto nell’ottica del cambiamento dei modelli produttivi e di recupero sul costo del lavoro in funzione di un incremento della produttività registra un sostanziale blocco aggravato dai negativi effetti collegati all’uscita di oltre 400 unità di organico che hanno pesantemente intaccato le capacità produttive e l’attuazione di progetti indispensabili per il futuro così come disegnato dal Piano Industriale.

Le indubbie difficoltà che si registrano in settori produttivi vitali sono la conferma di una situazione frutto dei ritardi del processo avviato appunto con il rinnovo del contratto.
Rai Way, le Sedi Regionali, i settori produttivi legati all’introduzione di nuove tecnologie sono solo la punta di un iceberg che vede coinvolta la RAI nella sua struttura complessiva.
Il lavoro delle Commissioni, propedeutico alla definizione dei nuovi modelli produttivi, di fatto si è interrotto per mancanza di risposte dell’Azienda in particolare sulle modalità di applicazione dell’Accordo di luglio che collegava le uscite alle nuove assunzioni con procedure che avrebbero dovuto essere definite entro il mese di settembre.
Entro lo stesso mese si sarebbe dovuto definire la nuova organizzazione di RAI WAY per non parlare delle SEDI Regionali e dei settori produttivi legati all’introduzione di nuove tecnologie che da anni attendono la definizione dei nuovi modelli produttivi.

Siamo ancora al punto di partenza e le conseguenze unite alle manifestazioni di indirizzo provenienti dal mondo politico ed economico in merito al rinnovo della concessione pongono inquietanti interrogativi ai quali occorre dare risposte immediate e certezze per il futuro delle migliaia di lavoratori della RAI e società del gruppo.
Come detto RAI WAY, SEDI Regionali e settori legati alle nuove tecnologie evidenziano criticità a cui la professionalità e disponibilità dei lavoratori non riesce a fare fronte e richiedono interventi immediati per ripristinare modelli produttivi in grado di garantire non solo la produzione ma anche norme di sicurezza. Analizzando orari di lavoro e modalità di utilizzo del personale è ormai ipotizzabile l’intervento di ASL e ispettorati del lavoro, come peraltro avvenuto in qualche sede regionale della RAI, con prevedibili conseguenze di grave portata in particolare per RAI WAY in quanto azienda certificata.
Allo stato attuale la scelta dell’Azienda a cui è affidato il servizio di trasmissione per mantenere la certificazione, quindi le agevolazioni fiscali, è una sola: abbassare il livello della qualità del servizio con possibili interruzioni nella diffusione del segnale.

Questa inevitabile scelta se da un lato garantisce, con qualche dubbio, uno standard di sicurezza appena accettabile dall’altro penalizzerà gli utenti con inevitabili lamentele e iniziative non certo favorevoli per la concessionaria del servizio pubblico nell’ottica del rinnovo della concessione.
Purtroppo i fatti dimostrano che la sicurezza ( vedi recente infortunio) e ancora meno la continuità del servizio ( vedi disservizi) non sono assolutamente garantiti.
Occorre chiarire che una soluzione alternativa esiste ma dipende non tanto da RAI WAY ma dalla Corporate e dalle OO.SS.: dare seguito al confronto per definire un nuovo modello produttivo e ripristinare gli organici in funzione delle necessità di garantire qualità ed efficienza del servizio.
Da mesi le OO.SS sono in attesa di dare risposta al piano di riorganizzazione presentato da RAI WAY e da mesi sono disponibili all’apertura del tavolo di confronto non solo per la citata società ma anche per le SEDI Regionali e settori investiti dalle nuove tecnologie.
Opportuno ricordare che le RSU delle sedi di Bari, Aosta, Potenza a cui a breve potrebbero seguire altre realtà (Cagliari, Campobasso, ....) hanno avviato iniziative che oltre a prevedere situazioni di sciopero vedono coinvolte anche ASL e Ispettorati del lavoro.

Emblematica la situazione della sede di Cagliari per mesi senza un Direttore e con evidenti carenze di organico che potrebbero ulteriormente peggiorare a causa del mancato rinnovo della convenzione con la regione Sardegna, convenzione che, giova ricordare, comporta attività specifiche effettuate con il contributo economico della Regione.
L’Azienda non può continuare sulla strada del rinvio nell’applicazione degli accordi ( vedi anche l’ormai datato accordo relativo a “Buongiorno Regione”) in particolare dopo avere incassato il risultato degli accordi che hanno determinato oltre 400 uscite di personale in grande parte dell’area tecnica.
La disponibilità e il senso di responsabilità delle OO.SS non può essere interpretata come debolezza e ancora meno come silente accondiscendenza di una mutata strategia aziendale che ha come unico obiettivo la non applicazione degli accordi relativi alla stabilizzazione dei T.D. e lavoratori c.d. atipici e l’assunzione di 150 apprendisti.

Occorre dare seguito alla corretta applicazione degli accordi sottoscritti e dare risposte rapide e concrete alle iniziative che vedono l’apertura delle procedure di raffreddamento propedeutiche alle iniziative di sciopero avviate da alcune RSU delle SEDI Regionali RAI che potrebbero, a breve, essere eseguite da analoghe riguardanti anche altre società del Gruppo prima fra tutte RAI WAY.
E’ giunto il momento di rompere gli indugi e fermare la logica del continuo rinvio a cui non è più possibile assistere: sarebbe complicità nella scelta di rendere più debole la RAI nei confronti di chi vorrebbe fare a pezzi la Concessionaria del servizio pubblico.
Alcune RSU hanno indicato la strada per dare risposte sul tema della riorganizzazione e dare seguito agli accordi sottoscritti nell’ottica della definizione dei nuovi modelli produttivi non resta che dare concretezza e sostegno alle iniziative messe in atto coinvolgendo tutta la struttura aziendale .
Il tempo degli indugi e dei rinvii è finito e ogni attore deve assumersi le responsabilità assegnate dal proprio ruolo.

Il Coordinatore Nazionale RAI

Maurizio Lepri

Il Coordinatore Nazionale RAIWAY e Sedi Regionali

Ottavio Bulletti

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