L’Amministratore Delegato di Rai Way, in occasione della presentazione della sperimentazione della rete radiofonica DAB+ in Friuli Venezia Giulia, ha annunciato che: “Rai Way punta a completare“l’asse dell’infomobilità nel Nord Italia grazie al completamento delle infrastrutture per il digitale radiofonico lungo le direttrici autostradali da est a ovest”. Leggendo tale dichiarazione vengono spontanee alcune riflessioni.
Premesso che l’Italia si estende anche da Nord a Sud, sarebbe interessante sapere chi e come renderà operativa la sperimentazione per quel 65% degli italiani che utilizzano il mezzo radiofonico in mobilità, in modo da poter supportare con i fatti che la RAI è :“…vero servizio pubblico e punto di riferimento per il sistema Paese” come dichiarato dal vice direttore generale della RAI Antonio Marano. Inoltre, dal nostro punto di vista, l’aver scelto una partnership col consorzio Aeranti Corallo, società che di fatto ha scippato alla Rai la diffusione del servizio di viabilità sulla rete autostradale e che solo da poco Rai sta tentando di recuperare, desta non poche preoccupazioni, specie se si tiene conto che è di grande attualità il rinnovo della convenzione RAI – STATO (per effetto della quale la Rai percepisce il canone), cosa che sta sollevando gli appetiti di vari operatori del settore.
Purtroppo è palese che Rai Way sta pagando in modo pesante la politica degli organici della capogruppo e tace sulla reale situazione organizzativa, che vede la struttura operativa, oltre che terra di conquista, al limite delle capacità operative. A dire il vero il limite è stato abbondantemente superato, ma la funzionalità delle rete è attualmente garantita grazie alla disponibilità e professionalità dei lavoratori, che per giunta, da anni, attendono il giusto riconoscimento professionale formalmente bloccato da una anacronistica disposizione di un D.G. ormai passato agli annali storici: resta da capire sino a quando! A peggiorare la situazione si aggiungono le svariate cessioni di personale alle varie strutture della capogruppo; al contrario non vengono soddisfatte le richieste di quei lavoratori che hanno fatto esplicita domanda di trasferimento presso Rai Way. Tale quadro complessivo è aggravato dal pensionamento di 42 unità, prettamente tecniche, che hanno lasciato l’Azienda in questi ultimi mesi sulla base del piano aziendale delle incentivazioni.
Pertanto, sul fronte della sperimentazione DAB+, vorremmo capire chi e con quale architettura di rete, acquisterà gli impianti trasmittenti digitali e se il personale interno, avendo le OOSS sottoscritto con Rai Way un importantissimo accordo per la digitalizzazione della rete TV, effettuerà le necessarie installazioni. Analogamente sarebbe da chiedere chi effettuerà le misure per certificare e verificare la copertura dei nuovi segnali, dal momento che le problematiche legate al digitale terrestre vedono attualmente pesantemente impegnate le poche unità preposte al controllo qualità. Sta di fatto che se la sperimentazione avvenisse utilizzando società esterne e outsourcing, Cgil, Cisl, Uil e UGL non starebbero a guardare!
Le scriventi hanno dato disponibilità ad incontrare l’azienda per la revisione dei modelli produttivi in modo da definire una migliore operatività all’azienda: tuttavia le relazioni sindacali sono state di fatto bloccate per l’indisponibilità della capogruppo a dare certezze sul reintegro di un numero congruo di personale pensionato sotto la promessa del D.G. Gubitosi di uno scambio generazionale. La SLC-CGL, FISTel-CISL, UILCOM-UIL e UGL Telecomunicazioni alla luce anche dell’indisponibilità dell’Amministratore Delegato ad effettuare un incontro di presentazione del piano industriale di Rai Way, considerando poco trasparenti tali iniziative, auspicano la rapida ripresa di un serrato e concreto confronto in merito agli effetti operativo/gestionali della riorganizzazione aziendale, cominciando dalla questione del turn-over del personale, per l’unica rete di comunicazione di proprietà pubblica.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL UGL-Telecomunicazioni