Nell’ultimo periodo la Rai ha emesso circolari che offendono i principi che l’Azienda stessa promulga nel proprio Codice Etico:

− la circolare relativa alle indicazioni di formalizzazione dei contratti a tempo determinato del personale delle testate giornalistiche e delle reti televisive, che impone debbano essere stipulati per un periodo di sei mesi meno un giorno. Questo non per motivi di organizzazione del lavoro e legittime esigenze produttive, ma per non conteggiare il personale a tempo determinato nel calcolo della base occupazionale così da non “ampliare immotivatamente” tale base di partenza per le assunzioni da collocamento obbligatorio.

Riteniamo molto grave che l’Azienda di servizio pubblico Rai cerchi così di dribblare quanto previsto dalla legge italiana per l’inserimento e l’integrazione lavorativa di persone disabili.

− la circolare che obbliga i lavoratori con famigliari portatori di handicap a dover dichiarare i motivi per cui si vedono costretti rivedere la programmazione dei permessi ai sensi della L. 104/92, come se il carico della disabilità, portato quotidianamente, spesso senza il supporto dei servizi dovuti, non sia già una motivazione sufficiente;

la circolare che si ostina a chiedere al lavoratore una documentazione decaduta (dal costo di 15 euro, se si ha la fortuna di riuscire ad ottenerla) affinché egli possa usufruire di un massimo di 5 giorni non retribuiti all’anno, in presenza di un certificato medico attestante la malattia del figlio di età inferiore agli 8 anni, quando oramai, conformemente alla legge, tutte le aziende richiedono l’autocertificazione.

Su ognuno di questi provvedimenti le RSU dichiarano la propria contrarietà e ne chiedono il ritiro.

Queste circolari vessatorie sono prodotte da una vecchia politica aziendale che vuole considerare i lavoratori come dei soggetti tendenzialmente predisposti alla furbizia, anziché persone con professionalità e capacità da valorizzare.
Eventuali loro difficoltà, problemi o fragilità vanno compresi e non irragionevolmente puniti.

Crediamo ostinatamente che la direzione giusta sia quella espressa dal Codice Etico, ma se la Dirigenza Rai la pensa diversamente, allora, in coerenza, modifichi il Codice Etico.