“Il rinnovo del contratto di lavoro è la priorità assoluta.”
Questa posizione è stata chiarita alla Direzione del Personale nel momento in cui è emersa, da parte della Rai, la volontà di procedere ad una incentivazione all’esodo per i lavoratori con determinati requisiti di anzianità.
Per quanto riguarda Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Informazione la chiusura del Contratto di lavoro è punto centrale per il futuro Industriale del Servizio Pubblico Radiotelevisivo.
Dopo anni di rinnovi che hanno modificato poco della struttura Contrattuale, partendo dalla Piattaforma Sindacale votata dai lavoratori, si sta operando una riforma profonda della normativa, del mercato del lavoro, delle figure professionali, tutti elementi essenziali per consentire alla Rai di essere competitiva sul mercato e per riconoscere, alle lavoratrici ed ai lavoratori, le tutele individuali e collettive oltre alla professionalità con cui operano.
La volontà aziendale di postare delle somme per ridurre il costo del lavoro attraverso l’incentivazione all’esodo, deve essere chiaro a tutti, non può modificare in negativo le disponibilitàeconomiche necessarie al rinnovo del CCL.
Noi siamo consapevoli che una incentivazione all’esodo a tendere, per i diversi valori salariali dei vecchi assunti e dei nuovi, produce un minor costo per l’azienda, ma forse sarebbe stata necessaria una valutazione di opportunità sui tempi di attuazione.
Ricordiamo che nel 2013 si chiuse prima il CCL (7 febbraio) e solo successivamente si avviò un confronto sull’organico (4 luglio), condizione che consentì un ragionamento più sereno e mirato al merito.
Quello che speriamo è che la Rai abbia ben chiaro di quanto organico e di quali professionalità avrà necessità per proseguire la propria complessa attività produttiva ed ideativa di Servizio Pubblico.
Vogliamo anche credere che, visto l’enorme sforzo nella contrattazione, la Rai sia consapevole che buona parte della rinnovazione Contrattuale è diretta a riportare il lavoro pregiato all’interno riducendo il ricorso ad appalti e consulenze.
Il 2018, tra rinnovo del contratto (per noi in fase di imminente definizione) e l’esito dell’incentivazione sarà un anno cruciale per l’assetto della Rai.
Lo abbiamo detto più volte nel corso del complesso confronto per la rinnovazione Contrattuale, la riforma delle figure professionali e della classificazione sono legate inscindibilmente a:
- il reinserimento di organico con specifiche professionalità per non ridurre il perimetro produttivo e internalizzare attività pregiate;
- la formazione continua, mirata a riqualificare il personale interno a fronte di un cambiamento tecnologico che va affrontato attraverso l’utilizzo di nuovi strumenti o piattaforme;
- la riduzione del ricorso ad appalti e consulenze, attuando un processo di decalage percentuale continuo sino a raggiungere una soglia fisiologica;
- investimenti tecnologici per impianti e mezzi, capaci di tenere la Rai al passo coi tempi.
Noi riteniamo che la Rai abbia nelle sue maestranze, nella sua maturata esperienza produttiva ed ideativa un tesoro che non può essere disperso, per questo, immediatamente dopo la chiusura del CCL ed a ridosso della definizione del l’incentivazione (nella circolare aziendale la si indica tra marzo e giugno), dovremo avviare un confronto serio sull’organico.
Deve essere chiaro sin da ora che la posizione sindacale sull’asseto futuro del Servizio Pubblico è incompatibile con un riduzione indiscriminata del personale.
Infine bisogna ricordare che nei primi sei mesi del 2018, così è scritto nel Contratto di Servizio, si dovrà riscrivere Piano Industriale ed Editoriale.
È evidente che l’insieme dei fattori sin qui elencati dovranno essere oggetto di confronto tra azienda e sindacato per puntare ad una modernizzazione del sistema produttivo e ideativo che ponga il lavoro al centro. Solo così si potrà realizzare il Servizio Pubblico Radiotelevisivo e Multimediale di domani.
Roma, 2 gennaio 2018