L’incontro del 4 maggio con l’Amministratore Delegato Rai Campo Dall'Orto per la presentazione alle Organizzazioni Sindacali del Piano Industriale, ha lasciato la UilCom con più dubbi che certezze.
Dopo un confronto interno, la Segreteria Nazionale ha deciso di produrre un documento sincero che riportasse i passaggi salienti dell’incontro; ponendo l’accento su quei punti troppo vagamente tratteggiati per poterne dare un giudizio e mettendo in luce le problematiche che, senza essere state affrontate, non possono comunque passare sotto silenzio.
La base del ragionamento dell' A.D. Campo Dall’Orto ruota attorno ad un termine: flessibilità.
Il resto delle questioni al momento non sembrano interessare molto la Direzione che al contrario è del tutto proiettata verso la trasformazione in Media Company della RAI.
Rimangono due anni alla scadenza del mandato e questi dovranno restituire, nelle intenzioni dell’A.D., un consenso trasversale all’Azienda.
Il piano industriale presentato è sicuramente ambizioso; le slide commentate dallo stesso A.D. hanno spiegato per grandi linee quelli che saranno i macro interventi e, particolarmente in alcuni passaggi, le intenzioni sono condivisibili.
Detto questo, però, va sottolineato come le tante questioni pratiche poste dalla UilCom, non abbiano trovato una risposata neanche lontanamente soddisfacente.
In primo luogo il discorso politico relativo al rinnovo della concessione.
Affrontare temi specificatamente aziendali senza avere in mano un quadro chiaro di quella che sarà la nuova Rai a livello di mandato e mission, preoccupa la UilCom per le eventuali ricadute sul perimetro aziendale che le eventuali indicazioni potrebbero introdurre.
Direttamente correlato a questo problema c’è la discussione attorno al canone: ad oggi non ci sono certezze riguardo a quali saranno le reali risorse a disposizione della Rai; le cifre avanzate in riunione non rappresentano un dato certo ma sono semplici previsioni.
Il tutto a fronte di investimenti già pianificati e di un palinsesto autunnale che partirà prima di quando arriveranno i fondi stessi (ottobre 2016).
Parlare quindi di Piano Industriale in una condizione di totale fumosità, equivale a muoversi senza capire quale sia la direzione da seguire.
Riguardo il rinnovo contrattuale, poi, a precisa domanda posta dalla UilCom con cui si chiedeva conferma dei 40 mln messi a disposizione dalla precedente direzione, l’A.D. Rai ha risposto che il prossimo bilancio chiuderà presumibilmente con un + 5 mln. Lasciando intendere che su quella cifra si dovrà ragionare.
Allo stesso modo, sulla questione del PDR, Campo Dall’Orto ha confermato la non corresponsione dello stesso, giustificando la decisione con il fatto che nessuna azienda in rosso pagherebbe un premio di risultato.
Il taglio delle edizioni dei tg, confermato durante l’incontro, è un altro tema preoccupante. Le eventuali ricadute, che sicuramente ci saranno, richiederanno un ragionamento serio non liquidabile come semplice aggiustamento.
Un dato per certi versi preoccupante secondo la UilCom è poi quello relativo alle dichiarazioni di Campo Dall’Orto sul “meritarsi il canone” e circa il fatto che “gli ascolti sono importanti ma non possono essere il punto di arrivo”.
È giusto sottolineare che il canone da solo, per come oggi è impostata la Rai, non può soddisfare tutte le necessità economiche essenziali per l’azienda.
Un calo della pubblicità, che potrebbe seguire una svolta editoriale in senso meno commerciale, deve quindi essere ragionato attentamente.
Voler inseguire i modelli delle altre Tv pubbliche europee è sicuramente una suggestione interessante anche per la UilCom, ma i modelli esteri prevedono introiti maggiori derivanti dal canone, che ad oggi non si prevedono in Italia per la Rai.
La UilCom, concludendo, ha riscontrato come a fronte di precise domande, la Direzione non abbia avuto la possibilità o la voglia di fornire altrettante precise risposte; le questioni saranno comunque riportate al tavolo delle Relazioni Sindacali, non appena sarà chiaro l’interlocutore con cui confrontarsi.
Argomenti quali il rientro delle produzioni realizzabili internamente senza il ricorso ad appalti - ad esempio – deve essere un tema centrale tanto per le Organizzazioni Sindacali quanto per la Direzione stessa.
Questione che la UilCom intende sollevare quando sarà il momento.
In linea di principio, è bene ribadirlo, non c’è contrarietà al piano industriale presentato, che per alcuni versi è condivisibile e coerente con le sfide che attendono un’azienda come la Rai e la sua missione di Servizio Pubblico, ma non è possibile rassicurare i lavoratori sul percorso intrapreso perché non ancora chiaro l’obiettivo né i metodi scelti per seguirlo.
Un giudizio complessivo sarà possibile soltanto quando saranno chiare le ricadute del nuovo piano industriale e le linee guida del rinnovo della concessione; questioni fondamentali affinché si possano garantire il mantenimento del perimetro aziendale e livelli occupazionali.
Roma, 8 maggio 2016