La futura piattaforma della cultura italiana deve essere RaiPlay

È notizia di questi giorni la decisione del MiBACT di affidare alla piattaforma privata Chili, in joint venture con Cassa Depositi e Prestiti, la commercializzazione via streaming di prodotti culturali e teatrali in Italia e all'estero. Al netto dei richiami roboanti alla supposta Netflix italiana della cultura, troviamo francamente sconcertante che si sia deciso di investire soldi pubblici coinvolgendo un soggetto privato, quando esistono già un’azienda di Servizio Pubblico e una piattaforma streaming piuttosto avanzata come quella di RaiPlay.

La cosa che più ci rammarica è che in questa decisione sembrerebbe emergere un disimpegno sia da parte della Politica che dello stesso management Rai. Da un lato, infatti, non si puo' non fare un richiamo alla Politica perché, a fronte della possibilità di rivolgersi alla più grande Azienda culturale del Paese, ha preferito affidarsi a una piattaforma commerciale. In questo caso, se ci sono leggi che penalizzano la Rai, vanno modificate, specialmente in una fase così delicata come quella che stiamo vivendo. Ma il richiamo è anche al management Rai perché - se fossero confermate le indiscrezioni che parlano di una rinuncia preventiva alla partecipazione al bando in considerazione del fatto che l’Azienda, concessionaria di servizio pubblico, non può proporre contenuti a pagamento - sarebbe l'ennesima riprova di uno stato confusionale preoccupante dei piani alti di Viale Mazzini. Un’ennesima occasione mancata, dove, invece di interrogarsi su quello che dovrà essere la Rai del futuro, e cogliere ogni occasione che si presenta per una riflessione di questo tipo, ci si accontenta di svolgere il proprio compitino, una semplice spunta di quello che si può o non si può fare, senza tener conto delle conseguenze che potrebbero derivarne. RaiPlay, presentata come il fiore all'occhiello della Rai prossima ventura, non può infatti ridursi a mero veicolo di contenuti già sperimentati, ma deve rappresentare il volano per favorire una presenza forte e autorevole di Rai nel mondo multimediale. Per questa ragione da parte Rai andavano individuate e proposte soluzioni che avrebbero messo in condizione il Ministero di non intraprendere la strada della piattaforma streaming privata. Anche perché, se anche la Convenzione impedisce la vendita diretta al Pubblico di servizi e prodotti da parte di Rai, nulla dice a proposito della vendita per conto terzi, che, come in questo caso, avverrebbe peraltro sotto la regia del MiBACT.

Per queste ragioni, chiediamo al MiBACT di rivedere la sua decisione e a RAI di recuperare immediatamente questo ennesimo scivolone, dando sin d'ora la propria disponibilità a lavorare per adattare RaiPlay alle esigenze prospettate dal Ministero, anche utilizzando le professionalità di RaiCom, specializzate nella commercializzazione dei prodotti.

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