(AGI) Altri 16 dirigenti e intanto conti ancora in rosso
(AGI) - Roma, 3 giu.
"Dopo le recenti nomine di ulteriori 16 dirigenti interni, c'e' la necessita' di uscire allo scoperto e rendere pubblico il disagio che in molti all'interno della Rai sentono nei confronti di politiche percepite come assurde o al meglio incoerenti" e "non ci sono i soldi per rinnovare il contratto o il premio di risultato per lavoratori e lavoratrici, eppure magicamente, nonostante i conti in rosso, saltano fuori quelli necessari alla promozione di nuovi livelli apicali.
Lo dice il coordinatore nazionale della UilCom, Maurizio Lepri, a proposito di Rai, dove dal primo giugno sono diventate operative 16 promozioni interne a dirigente.
"Non stiamo discutendo sui nomi, per carita', ma sul senso generale di una operazione che cosi' com'e' stata costruita, non puo'che far pensare sia diretta alla quadratura del tetto del 5% di cui in molti hanno parlato in relazione alla percentuale di dirigenti esterni nominati dall'insediamento di Campo Dall'Orto", aggiunge Lepri.

Il coordinatore nazionale della UilCom sottolinea quindi che "il problema e' che non si affrontano i temi attinenti al lavoro.

Dopo circa 10 mesi non ci sono certezze riguardo nulla.
Le grandi rivoluzioni fino ad ora hanno riguardato soltanto il personale da 100mila euro in su, senza che nulla sia stato fatto a livello di offerta editoriale o organizzazione del lavoro, veri nervi scoperti della Rai".

A viale Mazzini - conclude Lepri - "si parla di tutto fuorche' di argomenti quali rinnovo della concessione e relativa mission aziendale.
Ad esempio non c'e' nessuna certezza riguardo i canali di pubblica utilita' e le sedi regionali, lasciati allo sbando e diretti verso un'insignificanza non imputabile a nessuno se non alla mancanza di un progetto e alla scarsa attenzione ad alcuni settori piu' facilmente riconducibili al Servizio Pubblico.

La Rai continua ad abdicare in favore di soggetti privati quello che dovrebbe essere il suo core business ed il sospetto - dice Lepri - e' che questo atteggiamento faccia parte di un progetto piu' ampio.
La Rai e'degli italiani, pretendiamo il rispetto di quello che e' un bene comune, alzando la voce per chiedere una tv e una radio di qualita' e libera dalla politica".

(AGI)