Metterci in sicurezza per poi sfruttarci: la RAI ai tempi del Covid

Nella giornata di ieri 4 giugno 2020 è avvenuto un fatto grave che questa RSU sente il dovere e la necessità di denunciare con grande forza: sono stati forzati i sistemi di presenza dei lavoratori in Smart Working (SW) e stornati tutti gli straordinari relativi al lavoro richiesto ed autorizzato per il 1 maggio.

Come per gli altri giorni festivi, gli uffici competenti del personale di editoriale staff hanno inviato a ridosso del 1 maggio una richiesta per ricevere l’elenco dei dipendenti autorizzati dai dirigentiresponsabili, a prestare servizio il 1 maggio. Nella richiesta c’era scritto che per il personale in SW la giornata festiva poteva essere riconosciuta solo in caso di dirette, registrazioni, montaggi e riprese e non per il lavoro di preparazione.

Ciò nonostante i dirigenti hanno comunque chiesto ai lavoratori di prestare servizio il 1 maggio, sapendo che il lavoro di preparazione alle dirette, registrazioni, montaggi, fosse indispensabile alla programmazione notevolmente aumentata dall’avvio della fase 2.

Evidentemente non hanno considerato e nemmeno se ne sono preoccupati che il pagamento del super festivo per i lavoratori in SW non era previsto.

Pertanto è avvenuto ciò che in una azienda normale, che ha sotto controllo l’organizzazione del lavoro, non avverrebbe mai: i lavoratori sono stati illecitamente sfruttati.

Nella giornata di chiusura dei ruoli di maggio, gli uffici del personale hanno comunicato a tutte le segreterie preposte alla gestione delle presenze, che le maggiorazioni del super festivo del 1 maggio dovevano essere stornate ai colleghi che avevano lavorato in SW. Nonostante l’autorizzazione scritta dai loro dirigenti e nonostante il servizio effettivamente prestato dai colleghi.

Pertanto su disposizione delle Risorse Umane, gli uffici del personale hanno effettuato lo storno, lasciando il riconoscimento della sola giornata di lavoro (codice SW).

Persino i colleghi al montaggio non hanno avuto il riconoscimento dello straordinario super festivo. Quindi l’azienda è andata anche contro le sue stesse disposizioni.

Questo modo di trattare i lavoratori dopo aver ripetuto loro di averli messi in sicurezza a casa è inaccettabile. Averci messo a casa non significa sfruttarci, ma permetterci di lavorare evitando assembramenti nelle sedi ma senza calpestare i nostri diritti.

Alla luce di quanto avvenuto il 4 giugno, abbiamo chiesto un incontro all’azienda e ci è stato subito confermato per la prossima settimana, pertanto ci auguriamo di poter dare ai lavoratori spiegazioni soddisfacenti ma soprattutto ci auguriamo che questo “home working”, senza confini normativi precisi e chiari, venga quanto prima regolamentato da un accordo sindacale e inserito all’interno del rinnovo di contratto che stiamo aspettando già da 2 anni.

RSU EDITORIALE STAFF

Roma, 05/06/20